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Solidarietà alla compagna Andi
Dal 28 al 30 settembre si è svolto, al tribunale federale di Bellinzona, il processo alla compagna Andi militante del Revolutionaerer Aufbau e del Soccorso Rosso Internazionale. La compagna è accusata di varie azioni/attacchi incendiari e pirotecnici contro polizia e rappresentanze straniere in terra elvetica (spagnole, greche, israeliane).
Questi attacchi, che si sono susseguiti per diversi anni, sono stati tutti rivendicati dal gruppo clandestino “Per una prospettiva rivoluzionaria”.
L'accusa ha chiesto quattro anni e mezzo, l'udienza per la sentenza non è ancora stata fissata.
Ad Andi ci lega un percorso di anni, percorso nato, cresciuto e sviluppatosi all'interno di una comune e condivisa volontà di sostenere i compagni prigionieri, perché non venga interrotto quel filo che a loro ci unisce. Iniziato con Marco Camenisch, dopo la sua estradizione in Svizzera e proseguito fino ad oggi con la nostra presenza al suo processo, passando per la lotta in solidarietà a Silvia, Costa e Billy.
Non ci dilungheremo nel rimarcare le capacità straordinarie, l'umanità e la determinazione di questa compagna, caratteristiche ben note a chi ha avuto la fortuna di conoscerla. Quello che ci preme riaffermare oggi è quel percorso nato anni fa, unendo la nostra solidarietà a quella espressa a livello internazionale, riconoscendo in tale pratica un collettivo e necessario patrimonio all'agire rivoluzionario. Convinti ancora più di prima che sia necessario, di fronte agli attacchi repressivi del nemico, che le diverse componenti rivoluzionarie rispondano unitariamente aldilà delle differenze, dell'ideologia e del progetto che caratterizza il loro intervento di lotta.
Andi è una parte fondamentale di questo percorso che sta crescendo ed è anche per questo che vogliono colpirla.
Questo processo rappresenta l'evidente volontà di interrompere e disgregare le relazioni solidali, umane e politiche tessute in questi anni, rappresenta la volontà di interrompere il legame tra chi lotta dentro e chi lotta fuori, rappresenta la volontà di voler intimorire le nuove generazioni di compagni che si formano e crescono in continuità con le precedenti.
Questa strategia repressiva non è certo una novità in Italia, ma per la Svizzera rappresenta uno dei primi tentativi di mettere sotto processo l'identità rivoluzionaria dei compagni. Quello che viene giudicato in questi giorni non è soltanto la compagna comunista Andi ma anche tutti quegli individui e realtà che hanno condiviso e tutt'ora condividono con lei la medesima tensione di rivolta. L'apparato repressivo, che si alimenta anche delle divisioni interne al movimento, spera colpendo Andi di recidere quel filo di resistenza, lotta e solidarietà che si è tessuto in questi anni, facciamoli intendere, in maniera forte e chiara, che non sarà così.
Invitiamo tutti a manifestare la propria vicinanza e complicità in questi giorni prima che la corte si pronunci sul verdetto.
Solidarietà con Andi!
Solidarietà con Marco, Silvia, Costa e Billy!
Solidarietà a tutti i prigionieri rivoluzionari
Anarchici e Anarchiche di via del cuore, Il Silvestre
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