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La mia prigionia
Quale è la differenza fra detenzione e arresto?
Ora la conosco. Secondo la legge significa che quando sei arrestato hai il diritto a un avvocato, a una telefonata alla tua famiglia. Ma quando sei preso, scompari per tutti. Non sei da nessuna parte. Hai solo il diritto a freddo, tortura e a scomparire altrove, se ti rifiuti di testimoniare davanti ai soldati. Si tratta di completa anonimia e impunità. E questo lo fa lo Stato di Ucraina, non una banda criminale.
Sono stato catturato il 26 dicembre 2014, mentre guidavo la macchina verso un checkpoint ucraino vicino a Gorlovka, per errore. Stavo andando da Donetsk a Gorlovka dal mio amico Egor, un anarco-comunista. Il 4 dicembre ero giunto nella Repubblica Popolare del Donetsk (DPR) per aiutare i nostri compagni, comunisti e socialisti e lavorare nelle imprese del Donetsk. Sono un operaio, un costruttore d’armi di professione. La mia esperienza occorreva per armare i nostri compagni e aiutare la Repubblica nella sua lotta per l’indipendenza. Sono un rivoluzionario russo, un comunista. Ho partecipato alla lotta politica dal 1996. Per quattro volte sono stato condannato alla prigione per politiche radicali e fabbricazione d’armi. Ho 36 anni e 9 li ho trascorsi in carcere. Non potevo ignorare la richiesta dei compagni della DPR e rifiutarmi di andare da loro.
Qui in DPR la situazione politica è complicata, essendoci sia conservatori che sostenitori dello stato sociale. Voglio aiutare le forze ucraine di sinistra. Nostro obiettivo è trasformare la guerra fra popoli in guerra fra ricchi e poveri. Nella DPR e qui, entrambi sono in prigione, vedo solo soldati originari della classe povera, sono operai, contadini, giovani disoccupati. Non ci sono ricchi in prima linea. I ricchi hanno denaro e affari, tacitano il progetto militare. Ma ho visto pure nazionalisti, il “Settore Destro”, che hanno comprato armi dallo Stato e ora combattono. Quando la guerra finirà non sceglieranno di disarmarsi, già da questo momento cominciano a comandare in agenzie delle forze dell’ordine. Anche la polizia comune o agenti del “Servizio segreto di Ucraina” (SSU) ne sono insoddisfatti. Quando i nazionalisti salgono al potere in un Paese multinazionale come l’Ucraina, segue lo smembramento e il bagno di sangue. L’ “Integrazione europea” è stato solo un pretesto per questo.
Sono stato arrestato ufficialmente solo il 29 dicembre e mi hanno condotto al SSU della città di Mariupol. Prima sono stato detenuto in “scantinati”, cioè carceri militari segrete nella zona dell’operazione antiterrorismo. Ogni spazio può divenire una prigione: un contenitore metallico in cui domina l’oscurità anche di giorno e il freddo come all’esterno. Uno scantinato deserto di un caffè con gabbie fai da te per persone; una cella anonima in un dipartimento di polizia. Una sola cosa c’è in comune in posti simili: sei solo, non sai dove ti trovi, né cosa ti capiterà. Ogni movimento si fa a mani legate e con un cappuccio dove sono praticati due fori dietro, non puoi vedere nulla. Ho visto cose simili in film sui rapimenti. Tutti i militari sono pure incappucciati. Un passamontagna è divenuto il simbolo dell’anonimia e della guerra. Ho passato molti guai nella mia vita e sono stato torturato dalla polizia. Ma negli “scantinati” la tortura è sistemica, chiunque là è costretto a parlare. Perché chi si rifiuta di parlare, non uscirà mai. Scompare. Quando sono stato detenuto al checkpoint, avevo con me elementi di prova, il passaporto di cittadino russo, un nastro di S. Giorgio sull’antenna della mia macchina, i documenti di lavoro. Così, non ho taciuto, ho confermato quanto era evidente: aveva aiutato la DPR. Sin dall’inizio mi hanno dimostrato ciò che mi avrebbero riservato se avessi taciuto – legatura, tortura, strumento per elettrochoc, maschera antigas, ecc. Ora sono accusato di terrorismo ai sensi dell’art. 258 del Codice penale ucraino, finché le autorità considereranno le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk come “organizzazioni terroriste”. Migliaia di medici, insegnanti, impiegati statali lavorano nella DPR, sono considerati “terroristi”! Che sciocchezza. Sto aspettando uno scambio. I miei compagni hanno incluso il mio nome nella lista dei prigionieri da scambiare fra Ucraina e DPR. Adesso sono un prigioniero politico. Oltre cento dei nostri sono in carcere: miliziani, attivisti oppositori, “complici”. Tutti sono accusati secondo l’art. 258. Posso sentire i colpi d’artiglieria dalla finestra della cella, la prigione è vicina alla prima linea. Non so cosa possiamo aspettarci: periodo di detenzione, o uno scambio, un proiettile vagante, o un colpo sparato sugli ostaggi.
Esprimo tutta la mia gratitudine a chiunque sia stato solidale per la mia sorte!
Viva Novorossia Socialista!
Libertà per tutti i prigionieri!
Andrey “Che”, 30 gennaio 2015
prigione della città di Mariupol, DPR
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