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Resoconto udienza contro compagni arrestati 120207
Processo contro i compagni arrestati il 12 febbraio 2007 - Resoconto dell’udienza del 15 maggio Il 15 maggio sono tornati in aula a Milano i compagni arrestati il 12 febbraio 2007 con i reati associativi, 306 e 270 bis c.p. (banda armata e associazione sovversiva con finalità di terrorismo), con l’accusa di voler costituire il Partito Comunista- politico militare.
Nel giugno 2010, la corte di Appello di Milano li aveva condannati a 150 anni di carcere; nel febbraio 2012 la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza, con rinvio a nuovo esame di altra Sezione della Corte d’Assise di Milano per la finalità di terrorismo. Sette compagni sono tuttora in carcere.
Nonostante i lunghi anni trascorsi e la campagna di criminalizzazione messa in atto sia contro di loro che contro la solidarietà, un folto presidio composto da parenti e amici, numerosi giovani, da situazioni di movimento a solidali provenienti anche dall’estero, si è svolto davanti al tribunale e una calorosa e sentita presenza dentro l’aula ha caratterizzato la prima udienza di questa nuova fase processuale.
Lo scenario in cui si è svolta l’udienza è stato il solito che lo stato mette in campo nei processi politici contro i rivoluzionari: militarizzazione, gabbie, mass media assatanati alla ricerca di scoop sui “terroristi”. Scenario consono ad alimentare il clima di questo periodo di caccia alle streghe utile ad evocare un allarme sociale. La volontà è quella di criminalizzare chi si oppone alle misure di lacrime e sangue e chi si pone il problema di superarlo attraverso la prospettiva rivoluzionaria, così da avere campo libero nel massacro quotidiano, questo sì terroristico, dei lavoratori e di tutte le masse popolari.
La nuova Corte ha respinto tutte le richieste della difesa, le nullità presentate per difetto di notifica nei confronti di più imputati e la questione sollevata dagli avvocati dell’incompetenza funzionale della Corte. Le udienze sono state fissate prima della deposizione delle motivazioni della sentenza di Cassazione. Il problema reale che si pone questa Corte sembra sia quello di mantenere i compagni in carcere, in quanto stanno per scadere i termini della custodia cautelare preventiva, e non quello di giudicare la sussistenza o meno della finalità di terrorismo.
Ricordiamo che i compagni sono in carcere da 5 anni e tre mesi.
La Corte si è presa 5 giorni per rispondere agli avvocati che hanno inoltre richiesto la scarcerazione immediata di tutti gli imputati per decorrenza dei termini.
L’udienza è proseguita con le dichiarazioni degli imputati. Sono intervenuti Vincenzo Sisi ed Alfredo Davanzo che hanno spiegato le motivazioni delle loro scelte politiche, hanno revocato l’avvocato di fiducia come atto di non riconoscimento del tribunale e consegnato un documento alla Corte. Di seguito è intervenuto il compagno Claudio Latino, a nome anche di Davide Bortolato e Massimiliano Toschi soffermandosi sulla lettura della situazione di crisi attuale e indicandone i responsabili ovvero i padroni, il loro sistema capitalistico e il loro stato, affermando: "Non amiamo la violenza, non abbiamo il gusto romantico della violenza, ma è inevitabile. Nessun gruppo di dominatori nella storia ha mai abbandonato pacificamente il potere". Un documento è stato allegato agli atti. Alla fine dell’intervento dal pubblico sono stati lanciati slogan ed è comparsa la scritta “Solidarietà” composta dalle lettere sulle magliette di alcuni solidali. L’aula è stata fatta sgomberare e l’udienza è continuata a porte chiuse.
Sono stati assegnati gli avvocati d’ufficio a Davanzo e Sisi ed è stata data loro una settimana di tempo per leggere gli incartamenti processuali (sono decine e decine di migliaia di pagine!).
Le prossime udienze si terranno presso il Tribunale di Milano, Corso di Porta Vittoria
martedi 22 maggio ore 10.00
lunedì 28 maggio ore 9.30
Tribunale di Milano, Corso di Porta Vittoria
Associazione Parenti e Amici degli Arrestati il 12/272007
parentieamici@gmail.com